Il camino ha sempre stimolato la parte romantica nascosta in ognuno di noi: chi non vorrebbe avere un bel caminetto in salotto? Una volta, chi non aveva una canna fumaria apposita, non poteva far altro che sognare ma oggi, grazie ai caminetti a bioetanolo, tutti possono provare il piacere di un bel camino in casa.
Caminetti a bioetanolo: da oggetti di design a fonti di calore
All’inizio i caminetti ad etanolo erano considerati semplicemente un oggetto da mettere in mostra, pian piano la tecnologia li ha resi delle vere e proprie fonti di calore, tanto che oggi giorno possono essere collegati a impianti di canalizzazione che permettono di distribuire il calore nei vari ambienti. Il bioetanolo è un combustibile molto efficiente ed ecologico, tanto da poter rientrare della categoria dei sistemi di riscaldamenti bio.
Ovviamente da solo, per ora, non è in grado di riscaldare ambienti molto ampi, quindi va integrato con un sistema di riscaldamento tradizionale, ma può essere una valida soluzione per implementare il calore in alcune stanze o, semplicemente, renderle più accoglienti. Il vantaggio di questi elementi è, oltre a quello di non essere inquinanti, non avere la necessità di una canna fumaria, non avere problemi di tiraggio, non dover stivare legna e, tanto meno, doverla trasportare. L’unica cosa di cui ha bisogno un caminetto a bioetanolo, essendo un sistema a fiamma libera, è la presenza di una presa d’aria esterna che permetta il ricambio dell’ossigeno degli ambienti interni.
Come funzionano questi caminetti?
Partiamo specificando che cos’è il bioetanolo. Si tratta di un alcol etilico denaturato che si ottiene dalla fermentazione di biomasse di origine vegetale (barbabietola da zucchero, patate, vinacce, mais, ecc.). Il caminetto funziona come i vecchi fornelli ad alcol: il combustibile è all’interno di un serbatoio e alcune pietre porose, imbevute con questo alcool, fungono da stoppino, incendiando i vapori. Anche i consumi sono contenuti visto che con 1 litro di bioetanolo la fiamma dura dalle 3 alle 5 ore (a fare la differenza è il tipo di bruciatore) e produce circa 3-4 kW/h.
Anche in questo caso, come tutte le fonti che producono calore, il Comitato Termotecnico Italiano ha definito la norma UNI 11518 che definisce tutta la regolamentazione del settore. Ogni apparecchio certificato deve essere accompagnato dall’etichetta e dalla documentazione che attesta la conformità alla normativa, oltre a tutti i dati tecnici dell’apparecchio. Controllare che questi requisiti siano presenti, è molto importante, poiché garantiscono il rispetto di tutte le procedure atte a certificare la sicurezza dell’apparecchio.